La vicenda favolistica, ambientata a Macao, di Myosotis e Ciclamino, giovani e ingenui sposi che non conoscono i più elementari doveri del matrimonio, e della strampalata coppia parigina Cin-Ci-Là e Pétit-Gris ben si presta ad una interpretazione in chiave ironica con trovate comiche davvero esilaranti ed adatte ad un pubblico di ogni età.
Nella Parigi di inizio Novecento, all’ambasciata del Pontevedro-un minuscolo e fantomatico stati mitteleuropeo- si dipana la storia d’amore fra il conte DANILO DANILOVICH e HANNA GLAVARI, ricca e giovane vedova del banchiere di corte, ambita da uno stuolo di pretendenti francesci.
Intrighi, amori e tradimenti fanno da contorno alla vicenda, resa irresistibile dalla presenza dell’improbabile cancelliere d’ambasciata NIEGUS.
La mano felice di Franz Léhar ci conduce al lieto fine alternando Valzer (Tace il Labbro, Le Sirene del Ballo), Arie (Vo’ da Maxim’s, La Vilja), Marce (E’ scabroso le donne studiar) e scatenati Can Can, in un’atmosfera di sogno e divertimento che fanno de “La Vedova Allegra” un capolavoro assoluto e la Regina tra le operette.
Operetta degli anni Venti, Cin Ci Là è la più celebre e rappresentata fra le operette italiane. La fortunatissima coppia di autori Lombardo-Ranzato strizza l’occhio all’esotismo in gran voga all’epoca e confeziona una favola in musica ambientata a Macao, con due giovani ed ingenui sposi, Ciclamino e Myosotis, eredi al trono. Il paese è bloccato nell’attesa dell’erede, che tarda ad arrivare. L’arrivo della strampalata coppia parigina Cin Ci Là e Petit Gris porterà, attraverso rocambolesche ed esilaranti vicende, all’immancabile lieto fine. Con sommo mestiere gli autori offrono al pubblico motivetti accattivanti (Oh Cin Ci Là, L’ultima bambola, Rose) e i nuovi ritmi provenienti dall’America (Fox, Blues), arricchiti dagli immancabili momenti lirici, dal sapore orientaleggiante.
Composta negli anni Trenta dalla coppia Lombardo-Ranzato, divenuta subito popolarissima in virtù della leggerezza del testo e della melodiosità e orecchiabilità della musica che lo accompagna, narra le vicende di un fiabesco villaggio olandese la cui pace è turbata dall’arrivo di una nave di aitanti marinai inglesi, che corteggiano vivacemente le signore del luogo. Ma una leggenda secolare custodisce e protegge i vincoli di fedeltà, grazie ai campanelli posti sulle casette, preposti a suonare ogni qualvolta si consumi un tradimento… Si sviluppa così una storia divertente e spumeggiante, tra tentazioni e tradimenti, caratterizzata dalla presenza di divertenti e celeberrimi momenti musicali, quali Luna, tu, non sai dirmi perché? (conosciuto anche come fox della luna) e La Giavanese, nonché da arie liriche cariche di sensualità e sentimento (Duetto del Ricamo, Romanza di Nela e Hans).
Frutto della fortunata vena creativa di Ralph Benatzky e della coppia Charell-Müller, “Al Cavallino Bianco” è una spassosa commedia musicale, una operetta-rivista, insomma l’anello di congiunzione fra l’operetta e il musical d’oltreoceano. Si alternano così famosissime arie quali Al Cavallino Bianco, Mi pare un sogno un’illusion, Valzer d’Amor con gli scatenati ritmi di tango, boogie e foxtrot di Sigismondo e Occhioni blu.
Un ridente albergo immerso nelle montagne austriache fa da sfondo alle vicende amorose della locandiera GIOSEFFA e del suo primo cameriere LEOPOLDO, del seducente Avvocato BELLATI e OTTILIA, ospite dell’albergo insieme al padre Commendator PESAMENOLE, e del simpatico rubacuori SIGISMONDO e dalla sgraziata CLARETTA, giunta al Cavallino Bianco insieme al padre,Professor HINZELMANN, sfortunato e improbabile scienziato e inventore tedesco.
Il giovane principe di Lyppert-Weylersheim, EDVINO, trascorre le sue serate in un celebre locale notturno di Budapest, l’Orpheum. Qui si innamora di SYLVA, diva del momento. purtroppo il suo romanzo d’amore è destinato a durare poco. Infatti suo padre, contrario a questo legame, ha preparato per il figlio un fidanzamento ufficiale con la contessina STASI. Uno dei più grandi successi nella storia dell’operetta, La Principessa della Czarda annovera al suo interno celeberrime arie e duetti lirici (L’ora d’amor, Aria di Sylva), alternati a bellissime melodie brillanti (Ma senza donne, Bimba sei tutta ardore).
Nizza, 1932. Nella Hall dell’Hotel Savoy si festeggia il ritorno del marchese ARISTIDE DI FAUBLAIS e della sua sposina MADDALENA dal lungo viaggio di nozze. Ma Aristide riceve un telegramma da TANGOLITA, una danzatrice sua vecchia fiamma, alla quale aveva promesso, firmando solennemente l’impegno in calce a un assegno, di trascorrere una serata non appena ella lo avesse richiesto… Valzer, arie e duetti amorosi sono affiancati da ritmi sfrenati, dal tango argentino allo swing, con chiarissime allusioni e riferimenti al Musical. In particolare vi sono chiari riferimenti a Cole Porter, di cui Abraham inserisce una parafrasi di Night and Day, qui intitolata Oh Mister Brown.
Frutto del grande talento musicale di Jacques Offenbach, La Vie Parisienne ritrae con sguardo ironico la vita nella Parigi della Belle Epoque. Nell’abitazione parigina di RAOUL DE GARDEFEU, noto viveur, giunge l’amico BOBINET, scapolo impenitente, accompagnato dal giovane nipote PROSPER, non ancora iniziato ai vizi della capitale francese. Bobinet propone a Gardefeau una nuova sfida: sedurre per una volta una nobildonna virtuosa, abbandonando le suadenti grazie delle cocottes del Moulin Rouge. Il contenuto musicale è di qualità assoluta, con pagine di raffinato lirismo, alternate a momenti di puro divertimento, affidato a brillantissimi duetti, terzetti e concertati, che esplodono in scatenati Can Can.